L'intestino umano ospita un ecosistema microbico dinamico e complesso. È rappresentato da circa 1 kg di batteri nell'adulto medio. È composto da microrganismi appartenenti a 14 famiglie, 45 generi e 400–500 specie distinte, distribuite in vari modi lungo l'intero tratto intestinale. Due filotipi batterici, i Firmicutes e i Bacteroidetes, sono le specie batteriche più abbondanti nell'intestino.

L'asse microbiota intestinale-cervello, recentemente definito "psicocobiota", svolge un ruolo importante nella fisiologia dell'ospite, come nella regolazione della neuroinfiammazione, nella risposta allo stress neuroendocrino, nello sviluppo neurologico e nella modulazione dell'umore e del comportamento, che lo coinvolge nei disturbi psichiatrici come stress ansia e depressione.

Un corpus crescente di prove scientifiche sostiene l’evidenza della relazione tra il microbiota intestinale, la dieta e il sistema immunitario, attraverso cui si attivano mediatori e vie di segnalazione che influenzano il metabolismo e il rischio di molte malattie degenerative, tra cui l’obesità.
Anche la globalizzazione passa attraverso il microbiota intestinale: l’acquisizione della frequenza di rischio di malattie caratteristiche del paese ospite è un dato epidemiologico spesso riscontrato nelle popolazioni migranti. Una corretta alimentazione, l’uso di probiotici e di sostanze nutraceutiche rappresenta una strategia terapeutica e responsabile per migliorare la qualità della vita.

Conosciamo quindi il microbiota, il microbiota migrante, come alimentare il microbiota per nutrire noi, lo psicobioma e l’asse intestino cervello, le 4 P per lo psicobioma (prebiotici, probiotici, postbiotici e polifenoli).